Giovanna d'Arco - la rivolta
traduzione di Edy Quaggio
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- 2023, Compagnia Pupilunari, Il Teatro Borsi di Prato, Florence, Italy
- 2021, Festival Progetto Rivendell, Arezano, Italy, produced by Hermit Crab/Pupilunari.
- 2017, Kilowatt Festival, Tuscany, Italy,produced by Hermit Crab/Pupilunari.
- 2017, Festival Primavera dei Teatri, Castrovillari, produced by Hermit Crab/Pupilunari.
- 2017, In Scena! Italian Theatre Festival, produced by Hermit Crab/Pupilunari.
- 2017, Festival Illecite Visioni, Teatro Dei Filodrammatici, Milano, produced by Hermit Crab/Pupilunari.
- 2016, Carrozzerie N.O.T., Roma, produced by Hermit Crab/Pupilunari.
Giovanna d’Arco ha condotto alla vittoria un esercito a diciassette anni. A diciotto è stata l’artefice dell’incoronazione di un re. A diciannove si è scagliata contro la Chiesa Cattolica...e ha perso. Il processo a suo carico è durato cinque mesi e le testimonianze sono state trascritte accuratamente. Vent’anni dopo la sua morte, è stato autorizzato un nuovo processo, e di nuovo si è preso nota di ogni dettaglio. Ci sono state le testimonianze dei suoi amici d’infanzia, dei suoi genitori, delle donne con cui era stata a letto, dei soldati che erano stati ai suoi ordini, dei preti che l’avevano confessata, di coloro che avevano assistito alla sua tortura o l’avevano messa in atto. È la figura su cui esiste la maggiore documentazione del quindicesimo secolo. Allora, come mai il mito di una semplice contadina ancora pervade i libri di storia?
Giovanna era anoressica. Era un’adolescente scappata di casa. Aveva un padre incestuoso e alcolizzato. Le piacevano le donne. È morta per il diritto di indossare abiti maschili. Era una ribelle, irriverente, più scaltra dei suoi giudici, impenitente e incrollabilmente fedele alla propria visione.
In “Giovanna d’Arco – la rivolta” Giovanna ritorna per condividere la sua storia con le donne contemporanee. Racconta la propria esperienza con le massime cariche della Chiesa, dello Stato e dell’Esercito, e smaschera la brutale misoginia che sta dietro le istituzioni maschili.
Una donna
90 minuti
Una sola scenografia