Giovanna d'Arco - la rivolta
traduzione di Edy Quaggio
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- 2024, In Scena! Italian Theatre Festival, produced by Hermit Crab/Pupilunari. (Italian Theatre Festival of NY)
- 2023, Compagnia Pupilunari, Il Teatro Borsi di Prato, Florence, Italy
- 2021, Festival Progetto Rivendell, Arezano, Italy, produced by Hermit Crab/Pupilunari.
- 2017, Kilowatt Festival, Tuscany, Italy,produced by Hermit Crab/Pupilunari.
- 2017, Festival Primavera dei Teatri, Castrovillari, produced by Hermit Crab/Pupilunari.
- 2017, Festival Illecite Visioni, Teatro Dei Filodrammatici, Milano, produced by Hermit Crab/Pupilunari.
- 2016, Carrozzerie N.O.T., Roma, produced by Hermit Crab/Pupilunari.
"Performed in a stark white box theater and surrounded by strobe lights, Giovanna paces her space like a creature trapped in a cage. Before the play even begins, we get the sense of a woman who knows she is right, a woman who refuses to be confined... Within this harrowing tale, Giovanna keeps asking us a question: how do you torture a woman? Her words are powerful – ‘Every woman who’s ashamed of her body is a victim of torture. Every woman who doubts her own judgement is a victim of torture.’This is the message of the play, a message just as relevant for women today as in the thirteenth century. Joan of Arc, or Jeanne Romée as she was really called, inspires women to stop seeking permission. Instead, she tells us, listen to your voice."-- Plays to See International Theatre Reviews.
Giovanna d’Arco ha condotto alla vittoria un esercito a diciassette anni. A diciotto è stata l’artefice dell’incoronazione di un re. A diciannove si è scagliata contro la Chiesa Cattolica...e ha perso. Il processo a suo carico è durato cinque mesi e le testimonianze sono state trascritte accuratamente. Vent’anni dopo la sua morte, è stato autorizzato un nuovo processo, e di nuovo si è preso nota di ogni dettaglio. Ci sono state le testimonianze dei suoi amici d’infanzia, dei suoi genitori, delle donne con cui era stata a letto, dei soldati che erano stati ai suoi ordini, dei preti che l’avevano confessata, di coloro che avevano assistito alla sua tortura o l’avevano messa in atto. È la figura su cui esiste la maggiore documentazione del quindicesimo secolo. Allora, come mai il mito di una semplice contadina ancora pervade i libri di storia?
Giovanna era anoressica. Era un’adolescente scappata di casa. Aveva un padre incestuoso e alcolizzato. Le piacevano le donne. È morta per il diritto di indossare abiti maschili. Era una ribelle, irriverente, più scaltra dei suoi giudici, impenitente e incrollabilmente fedele alla propria visione.
In “Giovanna d’Arco – la rivolta” Giovanna ritorna per condividere la sua storia con le donne contemporanee. Racconta la propria esperienza con le massime cariche della Chiesa, dello Stato e dell’Esercito, e smaschera la brutale misoginia che sta dietro le istituzioni maschili.
Una donna
90 minuti
Una sola scenografia